Il Lino è una fibra composta e ricavata dallo stelo della pianta di Linum usitatissimum composta per circa il 70% da cellulosa.
La fibra ha un aspetto lucido, si presenta con una mano fredda e scivolosa. In presenza di umidità questa fibra ne assorbe rigonfiandosi moderatamente; essendo di origine cellulosica.
Le fibre del lino sono contenute nella parte interna della corteccia, chiamata comunemente tiglio. Per ricavarla gli steli, essiccati, si mettono a macerare per qualche giorno in bacini d’acqua, oppure, con metodo più rapido, si sottopongono all’azione del vapore acqueo o di speciali batteri: le sostanze che legano tra loro le fibre si decompongono e si dissolvono, liberando così le fibre.
Gli steli vengono poi fatti essiccare, quindi sottoposti alla maciullatura per mezzo di martelli detti gràmole, azionati a mano o meccanicamente, che schiacciano e frantumano la parte legnosa. L’operazione successiva è la scotolatura, che consiste nell’asportare i frantumi legnosi e separare le fibre. L’insieme di tutte queste operazioni viene chiamato stigliatura. Si arriva pertanto al lino grezzo, che viene sottoposto alla pettinatura per separare le fibre lunghe dalle fibre corte e spezzate, che costituiscono la stoppa.
Essendo una fibra rigida i capi assumono un aspetto stropicciato, caratteristica principale che contraddistingue i manufatti.
Oltre ai tessuti, la stoppa del lino viene utilizzata per la creazione di corda e spago e per la produzione della carta. Tessuti di lino sono utilizzati nel ricamo a Punto croce e in altri ricami a fili contati.
Alle fibre di lino possono essere mischiate fibre di cotone, che danno al tessuto maggiore resistenza e migliore regolarità di trama.